Declino della religione

Da diversi anni le religioni tradizionali sono in crisi e “molti sono i segnali di declino già registrati dalle religioni – dal calo di fedeli alla perdita di credibilità e plausibilità delle loro dottrine - e molte sono le persone che già avvertono la necessità di trasformare radicalmente la propria religiosità”[1]. Il continuo ampliamento delle conoscenze, in tutti i campi, ci permette oggi di comprendere che molto di ciò che consideravamo storico-oggettivo in realtà non lo è. Quasi sempre si tratta di racconti inventati da un popolo al fine di dotarsi di un senso e trovare forza anche in situazioni disperate. Ciò vale in modo particolare per i racconti religionali che, se da una parte meritano tutto il nostro rispetto per la funzione svolta nella evoluzione della nostra specie, dall’altro va riconosciuto che la loro epistemologia mitico-religiosa è superata.

 

Le nostre modalità di conoscenza

Oggi sappiamo che la nostra modalità di conoscenza della realtà non corrisponde alla conoscenza della realtà. La realtà non è come la pensiamo o la conosciamo noi, anche se il nostro pensare e conoscere è necessario a stabilire una connessione con la realtà. Sappiamo che noi non percepiamo direttamente la realtà e che la conosciamo nella mediazione che tutto il nostro corpo, non solo il cervello, opera. Si tratta, in pratica, di un vero e proprio risveglio epistemologico che ci ha resi consapevoli, ora traumaticamente ora senza grosse difficoltà, della struttura mitico-dogmatica della religione e della necessità di lasciarla estinguere.

 

Risposte che hanno perso significato

Grazie alla evoluzione delle nostre capacità conoscitive oggi sappiamo che la religione è una modalità con cui l’essere umano ha cercato risposte al senso della vita negli ultimi 5000 anni ma oggi, 5000 anni dopo, è riconosciuta come una risposta mitologica e prescientifica che ha concluso il suo ruolo. La risposta religionale, adatta ad una società sostanzialmente patriarcale, spesso rigida e autoritaria, non ha più significato in una società in continua trasformazione, liquida e sempre aperta alla ricerca.

 

Riconoscenza per la passata funzione del mito

È importante che il lasciare andare il racconto mitico religionale non sia accompagnato da disprezzo ma da riconoscenza in quanto si è trattato di elaborazioni strategiche della nostra intelligenza inconscia finalizzate alla gestione della vita e della angoscia generata dal sentirsi esistere. Tali miti, al fine di svolgere il loro compito, dovevano risultare incontrovertibili, ovvero essere considerati come rivelazione divina. Si trattava del bisogno di credere che la vita non dovrebbe essere così piena di sfide e sofferenza. Oggi però sappiamo che la vita è strutturalmente discontinua e, quindi, non prevedibile, ma sappiamo anche che proprio questo la rende continuamente nuova.

 

Difficoltà a comprendere il paradigma post-religionale

È difficile rendersi conto della portata reale di questo cambiamento in quanto noi stessi siamo immersi in tale cambiamento. Un mutamento dovuto ad una trasformazione radicale delle strutture conoscitive ed epistemologiche umane rispetto ai postulati e agli assiomi millenari su cui l’umanità si è basata inconsapevolmente per millenni. Un cambiamento culturale veramente epocale, “una sorta di mutazione genetica spirituale”[2] che ci permette oggi di comprendere le religioni come sistemi di vita che hanno le loro radici nel neolitico-agrario. Un periodo della nostra evoluzione segnato da una svolta, altrettanto epocale per la nostra specie, che ha segnato la transizione dall’organizzazione basata sulla caccia-raccolta all’organizzazione basata sulla coltivazione della terra e lo sviluppo di tipo urbano. Sistemi che oggi “si rivelano incapaci di parlare ai figli dell’umanità attuale”[3].

 

Distinzione tra religione e spiritualità

La trasformazione culturale in atto, “uno tsunami culturale e religioso, una metamorfosi che forse renderà difficile riconoscere noi stessi in un prossimo futuro”[4], viene indicata prevalentemente come “paradigma post-religionale”[5] e indica il raggiungimento, da parte della consapevolezza umana, di una nuova prospettiva di ricerca spirituale la quale “operando una netta distinzione tra spiritualità (intesa come dimensione profonda costitutiva dell’essere umano che può esistere dentro o fuori le religioni) e religione (che ne costituisce la forma socio-culturale concreta, storica, e, dunque contingente e mutevole), sostiene che le religioni così come le conosciamo siano destinate a lasciare spazio a qualcosa di nuovo e ancora imprevedibile, ma sicuramente aprendo alla spiritualità umana un futuro ricco di straordinarie possibilità”[6].

 

[1] Fanti C., Per un nuovo incontro tra divino e umano, in J. S. Spong – M. López Vigil – R. Lenaers – J. M. Vigil, Oltre le religioni. Una nuova epoca per la spiritualità umana, Gabrielli Editore, Verona, 2022, p. 17-18.

[2] Fanti C., L’umanità a un bivio. Sognando l’era ecozoica, in Vigil J. M. – Molineaux D. – Ress M. J. – Sudati F. – Villamayor S. – Fox Matthew, Una spiritualità oltre il mito. Dal frutto proibito alla rivoluzione della conoscenza, Gabrielli Editore, Verona, 2019, p. 17.

[3] Barros M., Oltre le religioni: l’amore, in J. S. Spong – M. López Vigil – R. Lenaers – J. M. Vigil, Oltre le religioni. Una nuova epoca per la spiritualità umana, Gabrielli Editore, Verona, 2022, p. 10.

[4] Commissione Teologica Internazionale dell’Eatwot, “Verso un paradigma post-religionale? Proposta teologica”, in Voices 1/2012, pag. 311.

[5] Concetto introdotto dalla Associazione Ecumenica dei Teologi e delle Teologhe del Terzo Mondo. Nel 2011, nell’ambito del Congresso Internazionale della Pontificia Università Cattolica di Minas Gerais (Belo Horizonte), i lavori della consultazione generale hanno intrapreso una fondamentale riflessione in prospettiva post-religionale. Vedi Horizonte, n. 37/2015, rivista teologica trimestrale della Pontificia Università Cattolica di Minas Gerais.

[6] Fanti C., Per un nuovo incontro tra divino e umano, in J. S. Spong – M. López Vigil – R. Lenaers – J. M. Vigil, Oltre le religioni. Una nuova epoca per la spiritualità umana, Gabrielli Editore, Verona, 2022, p. 15.